La quota cedibile rappresenta la quantità di denaro che si può distrarre dalla propria retribuzione per pagare, o meglio delegare il datore di lavoro a pagare, la rata del prestito
Per calcolare la quota cedibile si deve fare riferimento allo stipendio, o pensione, netta, ossia l’importo che effettivamente viene accreditato mensilmente al lavoratore / pensionato. Mentre per la prima categoria, i lavoratori, non ci sono limiti nella determinazione della quota e della parte restante (si tratta di una banale divisione) per i secondi si deve verificare che la quota rimanente sia superiore alla pensione sociale.
Il documento che attesta la quota cedibile è il certificato di stipendio, per i lavoratori in attività
Questa viene rilasciata dall’ufficio del personale dell’amministrazione o azienda di appartenenza.
Spesso si tende a pensare che la quota cedibile debba essere coincidente con la rata. Per esempio, se si dispone di uno stipendio netto di 1500 euro si ottiene, calcolando il quinto, che la quota cedibile è di 300 euro. Sin qui nessun problema, si tratta di una semplice divisione. Ora però bisogna pensare che tale valore è il massimo e non il giusto o il dovuto. Si potrà fare una cessione anche impegnando una parte inferiore della quota; ad esempio un 50% della stessa, nell’esempio, consente di pagare una rata di 150 euro. Ciò consente di ottenere comunque un finanziamento, si inferiore al massimo ottenibile, ma che da ancor maggior respiro al bilancio mensile familiare.