Richiedere la liberatoria Findomestic può diventare un passaggio fondamentale per chi, dopo aver presentato domanda di finanziamento, si trova nella necessità di provare che la propria pratica non ha avuto seguito, sia perché respinta da parte dell’istituto, sia perché estinta in anticipo dal cliente. Spesso chi si rivolge a un’altra banca o a una finanziaria diversa per ottenere liquidità aggiuntiva si imbatte nella curiosità o, peggio, nell’ostacolo di non riuscire a presentare una nuova istanza di prestito semplicemente perché nei sistemi informatici figura ancora come “in corso” la richiesta precedente. In un contesto in cui ogni soggetto creditizio attinge dati alle Centrali Rischi e ai sistemi informativi creditizi (SIC), dimostrare che non sussiste alcun vincolo verso un altro erogatore diventa imprescindibile. Da qui la necessità di comprendere a fondo che cosa sia la liberatoria, in quali circostanze serve, come ottenerla e quali sono i passaggi da seguire presso Findomestic per ricevere la conferma formale di annullamento o estinzione del rapporto di credito.
La liberatoria Findomestic, in termini concreti, non è altro che l’attestazione formale rilasciata dall’azienda finanziaria al cliente. Questo documento certifica che la richiesta di finanziamento non ha avuto un seguito: nel caso di un’esitazione negativa, per un rifiuto espresso da Findomestic, oppure nel caso di estinzione anticipata del prestito, quando il cliente decide di saldare l’obbligazione prima della scadenza contrattuale. La liberatoria ha dunque una duplice valenza: da un lato, dimostra che la pratica di finanziamento, per un motivo o per l’altro, non è andata a buon fine; dall’altro, attesta la regolarità del rapporto quando si è provveduto al completo rimborso, segnalando all’istituto creditizio che non esistono più debiti in sospeso nei confronti di Findomestic.
È proprio nella fase successiva al rifiuto o all’estinzione che la liberatoria assume il suo carattere di strumento di tutela. Molti clienti, una volta ottenuta una risposta negativa, ritengono che la pratica finisca nel nulla; altri, al contrario, ignorano che anche un prestito estinto anticipatamente lascia tracce nei database delle banche. Quando, quindi, si decide di rivolgersi a un nuovo soggetto per una seconda richiesta di prestito, senza dimenticare di avere già tentato con Findomestic, è indispensabile poter dimostrare che l’esito precedente non costituisce un ostacolo. La liberatoria fa esattamente questo: solleva il nuovo interlocutore dal dubbio che ci sia una posizione di debito in corso, aprendo la strada a una valutazione neutra della nuova domanda.
Chi opera nel settore creditizio sa bene che le banche e le finanziarie, per valutare il merito di un potenziale cliente, consultano le Centrali Rischi e i sistemi SIC gestiti da società specializzate come CRIF. In questi archivi vengono memorizzate tutte le informazioni riguardanti finanziamenti, dilazioni di pagamento, segnalazioni di ritardo e rimborsi. Laddove risulti una pratica rifiutata o estinta, senza un documento a prova di avvenuta risoluzione, il richiedente può trovarsi inspiegabilmente bloccato. Ecco perché diventa strategico ottenere la liberatoria in modo tempestivo, soprattutto se si prevede di intraprendere una nuova domanda presso un altro istituto. Senza di essa, i sistemi potrebbero continuare a segnalare un finanziamento “in corso”, inducendo il nuovo soggetto ad archiviare la pratica con un altro rifiuto.
Tuttavia, negli ultimi anni, la sola liberatoria Findomestic ha perso parte della propria centralità. Le finanziarie più moderne attingono in tempo reale ai database ufficiali, così da verificare autonomamente lo stato delle posizioni debitorie. Di conseguenza, nei casi in cui non ci sia stata alcuna delibera di finanziamento—ad esempio quando il cliente si è limitato a un’esposizione informale con un addetto o ha interrotto la pratica prima ancora della valutazione tecnica—spesso nessuna traccia è registrata nei sistemi. In questa situazione, la liberatoria non è necessaria, poiché non risulta alcuna domanda formale che debba essere chiusa. Nonostante ciò, esistono ancora molte circostanze in cui una banca o una finanziaria, per proprie procedure interne, può richiedere esplicitamente la liberatoria: il consiglio è di procurarsela in ogni caso, per prevenire eventuali intoppi burocratici.
Quando la liberatoria Findomestic diventa obbligatoria, è bene sapere che l’iter per ottenerla è abbastanza snello. In primo luogo, è necessario verificare che siano trascorsi i termini tecnici di attesa: nel caso dell’estinzione anticipata, Findomestic invia normalmente il documento entro quarantacinque giorni dal bonifico di chiusura della posizione. Tale invio avviene per mezzo di posta elettronica certificata (PEC), posta prioritaria o semplice email, a seconda della preferenza o dell’abitudine comunicativa del cliente. Se, trascorso questo periodo, non si è ricevuto nulla, non bisogna allarmarsi: la procedura di richiesta formale consiste nell’inoltrare un sollecito scritto alla sede legale dell’azienda finanziaria.
Nel sollecito scritto vanno indicati i dati essenziali della pratica: il numero di contratto, il codice fiscale del richiedente, gli estremi del pagamento per l’estinzione e, soprattutto, l’esplicita richiesta di rilascio della liberatoria. Contestualmente, è indispensabile allegare copia fronte e retro di un documento di identità valido, per consentire a Findomestic di verificare l’identità del richiedente e abbinare correttamente la pratica al soggetto giusto. La lettera può essere inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, per conservare la prova dell’avvenuta consegna, oppure via PEC, se il cliente dispone di un indirizzo certificato. Qualora si scelga la email tradizionale, è consigliabile inviare la mail con ricevuta di ritorno, allegando tutti i documenti in formato PDF per renderli leggibili e pronti all’uso.
Una volta ricevuta la liberatoria, che dovrà contenere chiaramente la dicitura di “pratica annullata”, “richiesta respinta” o “finanziamento estinto anticipatamente”, si è in piena facoltà di presentare una nuova istanza di prestito presso altro istituto. Spesso, nonostante la disponibilità del documento, le finanziarie non mancano di porre ulteriori domande o di richiedere maggiori garanzie. In queste situazioni, per aumentare le probabilità di successo, il cliente può decidere di affiancare un garante solido, dimostrare la propria capacità reddituale attraverso un contratto di lavoro a tempo indeterminato o mostrare un patrimonio mobiliare e immobiliare adeguato. La liberatoria, in questo contesto, si configura come una base di partenza indispensabile, ma non sempre sufficiente da sola a ottenere un esito positivo.
Nel racconto dei diversi scenari, occorre non dimenticare la distinzione tra estinzione anticipata e rinuncia al finanziamento. Nel primo caso, il cliente ha già ricevuto la somma e ha scelto di saldare in anticipo ogni rata residua, interrompendo il rapporto di credito prima del termine previsto. La liberatoria conferma il buon esito di questa operazione. Diversamente, la rinuncia si verifica quando il soggetto, pur avendo formalizzato la richiesta di prestito, decide di non accettare l’erogazione dei fondi entro i termini di legge previsti per il recesso, approfittando di condizioni più favorevoli offerte da altri operatori o semplicemente perché ha cambiato idea. Anche in questo caso, Findomestic è tenuta a rilasciare la liberatoria che attesti il mancato perfezionamento del contratto, dato che il cliente non ha mai usufruito della liquidità. La libera scelta del recesso non lascia alcun debito da rimborsare, ma richiede comunque una conferma ufficiale per essere registrata presso le Centrali Rischi.
In passato la liberatoria Findomestic rappresentava quasi un documento prezioso, in grado di sbloccare situazioni intricate, laddove la burocrazia bancaria potesse risultare eccessivamente lenta o rigida. Oggi, nonostante la prevalenza di controlli automatizzati, molte finanziarie continuano a tenerne conto, soprattutto quando si tratta di pratiche di cessione del quinto o di prestiti finalizzati prezzi particolarmente elevati. Presentarla prima dell’avvio della nuova istruttoria può accelerare i tempi di valutazione, evitando verifiche manuali ripetute o la richiesta di integrazioni. In un mercato dove la velocità di risposta è spesso un valore aggiunto, mostrare di avere già in mano il documento di liberatoria può tradursi in un vantaggio competitivo.
Alla luce di quanto detto, appare chiaro che la liberatoria Findomestic non debba essere considerata un semplice optional, ma piuttosto uno strumento di trasparenza e sicurezza per il cliente che intende muoversi agilmente tra le diverse proposte di credito. Pur non essendo più indispensabile in ogni situazione, costituisce un tassello importante per evitare spiacevoli effetti collaterali dovuti a ritardi di aggiornamento nei sistemi informatici delle banche. Chi ha ottenuto un rifiuto, chi ha estinto anticipatamente un prestito o ha deciso di recedere dalla propria istanza, ha tutto l’interesse a richiedere questo documento non appena possibile, affinché eventuali nuove domande di finanziamento trovino un terreno sgombro da residui ingombranti.
In sintesi, per ottenere la liberatoria Findomestic occorre anzitutto attendere i tempi tecnici previsti dall’azienda dopo il perfezionamento del recesso o del saldo anticipato, verificare l’arrivo del documento via PEC o posta, e, in mancanza, inoltrare un sollecito scritto con allegata copia del documento di identità. Una volta ottenuto il rilascio formale, si avrà la conferma che la pratica non è più in corso, potendo così rivolgersi a qualsiasi altro istituto di credito con la certezza che non esistono ostacoli di natura burocratica o segnalazioni di debito irrisolto. Tale percorso, narrato senza elenchi ma con la chiarezza di quale sia la procedura, contribuirà a far fronte alle esigenze di liquidità in modo più efficace e consapevole.