Emessi per la prima volta a febbraio 2006, i Buoni Fruttiferi Postali Indicizzati all’Inflazione Italiana sono titoli nominativi con durata massima di 10 anni. Sono sottoscrivibili soltanto in forma dematerializzata, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e collocati in esclusiva da Posteitaliane. Pertanto sono garantiti dallo Stato e per questo esenti da imposta di successione. Dato che non sono emessi in forma cartacea (perchè appunto sono dematerializzati), per la loro sottoscrizione è necessario avere un libretto o un conto corrente postale con la stessa intestazione dei Buoni Fruttiferi.
Sono emessi alla pari, cioè al 100% del valore nominale sottoscritto, e sono acquistabili e rimborsabili per tagli pari a 250 euro e multipli. A differenza dei Buoni cartacei non possono cadere in prescrizione, essendo rimborsati alla scadenza direttamente sul conto corrente o sul libretto postale.
Uno dei vantaggi dei Buoni Fruttiferi Postali è rappresentato dai costi, dato che non prevedono spese e commissioni per la sottoscrizione e il rimborso. Sia gli interessi sia la rivalutazione del capitale sono soggetti all’imposta sostitutiva del 12,5%, tassazione che non sarà variata anche dopo che la manovra economica recente ha portato l’imposta sugli interessi delle obbligazioni al 20% (entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012).
I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) “Indicizzati all’Inflazione Italiana” prevedono alla scadenza il rimborso del capitale investito, un rendimento fisso e il 100% della rivalutazione dell’inflazione italiana rilevata nel periodo dell’investimento in base all’Indice FOI calcolato dall’Istat. Il tasso nominale annuo lordo (tasso reale) dell’ultima emissione Serie J16 è dello 0,60%.
In caso di rimborso anticipato, che può essere chiesto in qualsiasi momento, verrà rimborsato il capitale investito e, trascorsi 18 mesi, anche gli interessi e la rivalutazione dell’inflazione.
Come abbiamo sempre affermato, nei mercati finanziari non c’è rendimento senza rischio. Date le caratteristiche dei Buoni Fruttiferi Postali “Indicizzati all’Inflazione Italiana”, si può capire perchè i rendimenti a scadenza di questi strumenti finanziari siano minori di quelli di altri prodotti, come per esempio i Btp (Buoni del tesoro poliennali).