Non è facile valutare il costo di un figlio. Le statistiche dicono che all’età di tre anni costa il 16% del reddito familiare, a sei anni intorno al 19%, a 16 anni il 22%. Chiaramente sono percentuali indicative e adattabili, in più o in meno, alle abitudini ed alle esigenze della famiglia. Il problema dei costi per i figli è molto complesso e va inserito in un contesto di livello di benessere economico della famiglia stessa.
Risulta essere ormai accertato che il costo maggiore da affrontare per un figlio si presenta durante il percorso relativo agli studi, soprattutto quelli universitari. Secondo una indagine condotta dalle associazioni dei consumatori, è stato quantificato che le famiglie devono affrontare costi annui anche per più di 12.000 euro per il figlio che frequenta in una città diversa da quella di residenza. Mentre gli studenti che vivono a casa costano ai genitori una media di 4.000 euro l’anno. Sono da mettere in conto tasse universitarie, libri, tempo libero, trasporti pubblici, e, per chi studia in un’altra città, anche l’affitto.
E poi, dopo l’università si presenta anche un periodo di transizione, durante il quale occorre trovare un lavoro (cosa non facile) e, dunque, le spese corrono. Lo stesso problema si presenta anche per chi decide di non frequentare l’università, ma di fermarsi al solo diploma.
Di conseguenza, nasce l’esigenza di prepararsi per tempo e di programmare con largo anticipo il futuro dei figli. Risulta essere utile e necessario costruire una “scorta” di denaro, risparmiando e accantonando una parte del reddito familiare in vista dell’obiettivo di spese future per i loro studi e per il loro lavoro.
Le possibilità per pianificare il futuro finanziario dei figli sono diverse e ci si può riuscire pensandoci per tempo. In che modo? Costruendo una piccola riserva di denaro, anno dopo anno, mese dopo mese, tramite sistemi di investimento appropriati che possano garantire il raggiungimento dell’obiettivo.
Esistono diverse formule a questo proposito, come quelle offerte da banca e posta con i libretti di risparmio, ma i tassi lordi offerti vanno dallo 0,50% all’1,50%, per cui non le riteniamo adeguate a quelle che sono le esigenze di accumulo di un capitale nel lungo termine.
Poi ci sono le polizze assicurative che prevedono versamenti ricorrenti, ma sono caratterizzate da spese e commissioni notevoli e da piani molto rigidi (nel senso che in caso di rimborso anticipato vengono applicate delle penali non indifferenti).
Siamo convinti che le soluzioni migliori per investire a rate e ottenere un capitale nel lungo termine per i figli, con gli obiettivi sopra descritti, siano due:
Per chi preferisce il tasso variabile (in funzione dei mercati azionari e obbligazionari) il PAC (Piano di Accumulo di Capitale) è la soluzione ottimale. Le sue caratteristiche sono descritte in questi tre articoli.
Per chi preferisce il tasso fisso garantito esiste la formula dei BFP (Buoni Fruttiferi Postali) dedicati ai minori.
Molto interessante-