Nei mesi passati ho cercato di affrontare diversi argomenti cercando di raccontare tramite le mie esperienze di investitore e trader come guadagno soldi nei mercati ( cercando i non perderli ! ). Un solido metodo di investimento combinato ad una forte disciplina e pazienza di sicuro sono ingredienti fondamentali per un trader di successo. Senza di questi si e’ piu’ simili a dei giocatori di azzardo. Rimane tuttavia un’ area di cui non ho mai parlato a cui attribuisco un enorme importanza e di cui oggi vi voglio parlare. Ci sono teorici che sostengono che il 90% di chi investe in borsa fallisce perche’ non gestice in modo corretto quello che altresi viene chiamato il money management. Molti confondono questo argomento con quello che piu’ genericamente viene chiamata distribuzione del rischio o la piu’ classica delle regole base:” non mettere tutte le uova in un paniere” . Se siete a questo punto, avete solo grattato la superficie di questo potente argomento. Se imparate a capire come ripartire ogni singolo investimento controllando il rischio e la dimensione di un investimento potete cambiare drammaticamente i vostri risultati. Pensateci un attimo; quale e’ l’ unica cosa su cui avete veramente il controllo quando comprate o vendete dei titoli, piuttosto che opzioni, futures, ETF o qualunque strumento finanziario? Non sapete se guadagnerete oppure no. Non potete controllare come il mercato reagira’ ad un terremoto, piuttosto che un incidente diplomatico o una notizia. Non avete idea se una societa’ che avete in portafoglio continuera’ a seguire la sua traiettoria di profitti oppure peggiorera’. Ci basiamo tutti su probabilita’ e proiezioni. Ma non abbiamo una certezza matematica. Esistono solo due cose che potete padroneggiare totalmente: come entrate in una posizione e come e uscite. Potete determinare a priori esattamente quando siete disposti a perdere ed inversamente quanto ragionevolmente volete guadagnare. Questo controllo implica una domanda spesso di difficile risposta in quanto trattata pochissimo dalla maggioranza dei testi: quanto devo investire in un operazione?
Parliamo di position sizing ovvero la dimensione da assumere in ogni singolo investimento per gestire e controllare il rischio. Perche’ e’ cosi’ importante? Detto molto sinceramente, perche’ gestire i propri investimenti secondo una logica precisa di position sizing vi salvera’ la vita dal fallimento e dall’ esporvi in maniera spropositata in qualunque trade. Ho notato tra i molti lettori che mi hanno scritto che c’e’ una grossa prevalenza di persone che investono in 2 o 3 societa’ al massimo e poi patiscono con sofferenza una discesa del 20/30% su uno solo di quei titoli, con un impatto molto forte su tutto il portafoglio e sulla propria psicologia di investitore. Questa non e’ diversificazione, questa non e’ gestione del rischio, questo non e’ money management. Questo e’ solo rischio inutile, di bruciare i vostri risparmi. Puo’ andare bene un paio di volte ma non e’ sostenibile ne lungo termine. Ve lo garantisco. Perche’ ad un certo punto succedera’ che alla seconda azione che scende i nervi saltano e venderete fortemente in negativo.
Il position sizing e’ in relata’ l’ arma non convenzionale di chi cerca una crescita piu’ fluida e sostenibile per il proprio portafoglio, ammortizzando sbalzi e picchi improvvisi. Io faccio ampio uso del PS ( position sizing) soprattutto quando mi espongo in trade a piu’ alta volatilatita’ e con leva finanziaria ( opzioni e futures), e di media tengo una gestione piu’ da “crociera” quando investo singoli titoli. Si tratta di circoscrivere il rischio. Sempre. Dovete sapere dove e’ la vostra soglia di dolore e costruire un modello tarato esclusivamente su questo. Eccovi i quattro principali approcci con cui si puo’ operare.
Modello 1: Lotti fissi di operazioni
Modello 2 : Incidenza uguale sul portafoglio
Modello 3 : Percentuale di rischio
Modello 4: Percentuale di volatilita’
Come funziona ciascun modello? Quale e’ quello piu’ appropriato? Cominciamo col dire che ognuno deve scegliere quello che piu’ si datatta al proprio stile di investimento, ma gia’ il solo fatto di adottarne uno qualunque fa fare un bel salto di qualita’ al proprio moey management.
Il modello 1 e’ quello in cui si decide di investire in un numero prefissato di operazioni. Supponiamo che abbiamo un conto e decidiamo di ripartire l’ investimento su 10 trade. Dividiamo il conto in 10 “investimenti ” e per ognuno viene investito su un titolo o un Etf o un future diverso e via dicendo. Questa e’ una forma primaria di position sizing che ha il vantaggio di lasciarvi scegliere qualunque tipo di investimento senza nessuna discrezione. Dall’ altro lato della medaglia pero’ emerge un problema: non tutti gli investimenti hanno la stessa dose di rischio, e tutti gli investimenti non sono uguali. Vi faccio un esempio palese per rendere l’ idea. Due investimenti molto diversi possono essere 20 azioni di Coca Cola e 1 future sull indice SP500. Una fluttuazione dell 1% in negativo di Coca Cola ridurra’ il valore di quell’ investimento del 1%. Una contrazione dell’ 1% sull’ indice SP500 ridurra il valore del capitale investito nel futures del 100% . Capite bene che parliamo di due pesi e due impatti totalmente diversi. Quindi questo tipo di approccio io lo reputo rischioso ma per lo meno ripartendo su diverse operazioni il proprio operato si sta gia’ facendo meglio di chi investe in uno o due titoli o prodotti finanziari a caso.
Modello 2 : e’ il modello in cui si decide di ripartire in parti uguali il denaro del proprio conto di investimenti. E’ raccomandato per operazioni relative all’ azionario puro, non per i derivati. Se abbiamo 10000 $ da investire e li ripartiamo in dieci operazioni avremo a disposizione per ogni investimento 1000$. A quel punto compreremo il numero adatto di azioni in proporzione con questa cifra. Per esempio dividendo 1000$ per il prezzo di Coca Cola che oggi e’ a 41$, potremmo acquistare 24.39 azioni ovvero arrotondando sempre per difetto compreremo solo 24 azioni. Di piu’ non possiamo, perche’ altrimenti stiamo sbilanciando il rischio verso questa azione. Seguendo questo modello avremmo alcuni titoli di cui possiederemo per esempio 78 azioni o altri 10, piuttosto che 200. Non ha importanza il numero di azioni perche’ dipende tutto dai prezzi che ciascuna ha. . Quello che conta e’ che in questa ripartizione distribuiamo il rischio in maniera proporzionata. Il grande vantaggio di operare in questo modo e’ che si ha anche una chiara visibilita’ del livello di leva che si sta utilizzando. Se per esempio nel nostro conto da 10000$ abbiamo aperto 5 posizioni da 10000$ ciascuna vediamo direttamente che stiamo utilizzando un leva da 5 :1 visto che con 10000$ stiamo controllando investimenti per 50000$ ( con i suoi dovuti rischi!).
Modello 3: come spesso ripeto quando entriamo in una posizione dobbiamo avere una chiara idea di come vogliamo uscirne nell’ ottica di preservare il proprio capitale. Specialmente se stiamo operando con prodotti come i Futures o se si sta utilizzando una forte leva finanziaria. Quello che si deve pensare sempre e’ qual e’ il nostro worst case scenario, cioe’ quale e’ la situazione peggiore, arrivati alla quale tagliamo le perdite ed usciamo dal trade. Ecco che viene d’aiuto un position sizing basato sulla percentuale di rischio. Vi do subito un esempio. Supponiamo sempre che ho un conto da 10000 $ e che voglio comprare le azioni di Coca Cola. Decido a priori che in ogni operazione in cui vado ad investire non voglio perdere mai piu’ del 2.5%. Su i miei 10000$ il 2.5% fanno 250$. Supponiamo che individuate un supporto nel prezzo di KO intorno a 38.5 $ oltre il quale se scende sotto, non volete piu’ tenere il titolo in portafoglio. La differenza tra il prezzo odierno di 41$ e 38.5$ che e’ la vostra linea rossa,e’ al massimo 2.5$ ( 41-38.5) per azione. Se dividete la vostra soglia massima di tolleranza che era 250$ ( 2.5% del vostro capitale) per 2.5$ avrete il numere di azioni che potete permettervi di comprare per rimanere dentro alla vostra fascia di rischio: 250/2.5 = 100 azioni. Potete permettrvi di acquistare 100 azioni di coca cola per un totale di 4100$ rischiando al massimo il 2.5% del vostro intero capitale. Vi rimangono ancora soldi sufficienti per fare altri investimenti. Cambiamo le cifre e supponiamo che siete disposti a rischiare meno e decidete che 1% del vostro capitale per trade e’ sufficiente. Il risulatao sara’ che potete permettervi 100 $ di perdita e questo restringera’ il numero di azioni che potete acquistare a soli 40 titoli anziche’ 100 mantenendo invariati gli altri parametri. Se invece accettate una fluttuazione piu’ ampia nel prezzo del vostro titolo e potete vederlo scendere a 35$, avrete 6$ di margine prima di arrivare a vendere. All’ uno 1% del capitale vorra’ dire che per controllare il rischio potrete acquistare un massimo di 16 azioni. Come vedete siete voi a gestire le regole del gioco e l’ unica variabile che dovete aver fissa in mente e’ quanto siete disposti a perdere al massimo. Ultimo esempio e’ per i futures. Mettiamo che siete sispoti a rischiare il 10 % di perdita massima sul vostro capitale totale e cioe’ 1000$ . Volete investire sui futures legati all’ indice S&P500. Al livello di oggi e’ a quota 2104. Ad ogni punto di fluttazione dell’ indice voi guadagnate o perdete 100 dollari. Identificate una soglia massima in cui se il prezzo scende per esempio sotto a 2080 voi volete uscire dal trade subito. Questa ipotetica perdita e’ quantificata in 34 punti per 100$ di valore controllato dal futures, il che fanno 3400$ . Se dividete 1000/3400 avrete 0.29 contratti acquistabili, il che vuol dire che il vosto conto non e’ sufficiente da permettervi di fare quest’ operazione. Questo modello vi autolimita e protegge dal prendere rischi eccessivi. Se aveste avuto un conto da 40000 $ e manteneste tutti gli altri parametri il risultato sarebbe diverso. 4000 $ e’ il capitale che siete disposti a rischiare ( 10% di 40000$) diviso 3400$ che e’ la fluttuazione che potete accettare, fa 1.17. Solo a questo punto potete permettervi di comprare un solo contratto future gestendo in modo appropriato il rischio.
Modello 4 : questa quarta alternativa e’ simile alla precedente ma lega il vostro rischio alla volatilita’ del titolo su cui state investendo. Si fa riferimento a quello che e’ chiamato avarage true range ( ATR ) ovvero la fluttuazione normale che un titolo ha giornalmente. Decide che siete disposti ad accettare una volatilita’ per esempio di 3 volte superiore a quella normale, al di la della quale prendete atto che il trade vi ha girato contro e siete dal lato sbagliato del trade e quindi vendete subito. Faccio un esempio sempre con Coca Cola. Prezzo odierno 41 $, ATR e’ di 0.4$ al giorno ( media giornaliera calcolata su 21 giorni). Rischio accettato 3 volte ATR cioe’ 3 x 0.4 $ = 1.2$. Questo e’ quanto potete lasciare andare il trade contro di voi. La vostra regola e’ sempre quella di non rischiare piu’ del 2.5% ( per esempio mapotereste decidere che sia il 3% ol’ 8% o quello che preferite) del vostro conto totale da 10000$ quindi 250$ e’ il vostro limite. Lo correlate al 3 X ATR facendo esattamente come per il modello 3 e cioe’ dividete 250$ per 1.2$ e saprete quante azioni potete acquistare: i questo caso un massimo di 208 azioni CocaCola. Potete aggiustare le cifre come vi pare accetttando un rischio maggiore o dei livelli di fluttuazione diversi. Il risultato sara’ sempre che avrete definito e circoscritto il vostro rischio per ogni trade sapendo esattamente quanto potete permettervi di acquistare secondo i vostri parametri personali di rischio.
Personalmente mi trovo bene utilizzando il modello che proporziona i miei investimenti su base percentuale ( 3), in quanto opero sia su azioni normali ma anche con opzioni e qualche volta futures. In questo modo se qualcosa va storto so sempre esattamente quanto sono disposto a perdere. La cosa importante e’ che al di la’ del veicolo che utilizziate stiate tenendo sotto controllo il rischio tramite il position sizing. Queste sono solo alcune delle possibilita’, ma ce ne sono molte altre da esplorare. Io faccio uso del position sizing da almeno 3 anni ed attribuisco a questo approccio il 90% della mia longevita’. Spero possiate fare la stessa cosa anche voi.